lunedì 26 novembre 2012

Radio Manà: intervista sull'emergenza abitativa delle 35 famiglie sgomberate il 23 febbraio 2010




L'intervista a Paula de Jesus su Radio Manà del 23 novembre scorso sul problema dell'emergenza abitativa delle 35 famiglie dell'Idroscalo di Ostia ancora in attesa dopo quasi 3 anni di un alloggio.

Radio Manà - Intervista a Paula de Jesus

domenica 25 novembre 2012


Anche in questa occasione Idroscambio sta avendo un gran successo.
Si stanno effettuando tantissimi scambi ed il banco dei bambini 
sta avendo un gran successo.
Ricordiamo a tutti che questa iniziativa,per noi
 costituisce l’occasione per far conoscere e per vivere in una forma simpatica l’Idroscalo».
l’Idroscambio nelle intenzioni della Comunità Foce Tevere
assume diversi significati: affidare al mercatino segnali di natura culturale, 
ecologica ed economica,ad alto valore educativo.
Ricordiamo a tutti che ci troverete in Piazza dei piroscafi fino alle ore 19:00,
vi aspettiamo

venerdì 23 novembre 2012

Fiaccolata di protesta a Nuova Ostia:"Noi non siamo cittadini di serie B"


La Comunità Foce del Tevere ha aderito e partecipato alla fiaccolata di protesta a Nuova Ostia tenutasi questa sera. Qui di seguito l'intervento che avrebbe dovuto fare la portavoce Franca Vannini,ma che invece non hanno fatto leggere


Buonasera, sono Franca Vannini, portavoce della Comunità Foce del Tevere dell’Idroscalo di Ostia. 
Vogliamo complimentarci con le donne di Nuova Ostia per la bellissima iniziativa alla quale abbiamo aderito con entusiasmo perché l’Idroscalo e Nuova Ostia sono legati indissolubilmente: i nostri figli, i nostri anziani, le nostre donne ogni giorno si recano in questo quartiere per usufruire di qualunque servizio: scuola, farmacia, supermercato, assistenza medica. A differenza di Nuova Ostia, completamente abbandonata da questa amministrazione, l’Idroscalo è stato invece l’ossessione di questa amministrazione dal 23/02/2010. I nostri bambini, i nostri anziani, le nostre donne hanno conosciuto l’umiliazione dell’indifferenza prima e della violenza poi delle istituzioni, di coloro che erano e sono preposti alla tutela dei più deboli, perché i forti si difendono da soli. 
Noi, voi, non siamo carne da macello, buona solo per i titoli della cronaca nera o per qualche notizia bufala, o per ingrassare le tasche di chi specula sull’emergenza abitativa o di chi si ricorda di noi solo in campagna elettorale. Noi siamo cittadini come tutti gli altri e come tutti gli altri rivendichiamo il diritto ad avere un futuro dignitoso nel lembo di terra dove noi donne siamo cresciute e abbiamo cresciuto i nostri figli e i nostri nipoti. Noi siamo una Comunità, non un ghetto nascosto da un alto muro di cemento armato, grigio come le promesse che non ha mai mantenuto e che continuerà a non mantenere. 
Siamo stati umiliati, derisi, ma non ci siamo mai arresi, come voi. 
Noi non chiediamo più, noi pretendiamo quello che ci è dovuto: parità di trattamento e rispetto per la nostra Comunità e per questo quadrante di città. 
L'Idroscalo chiede di continuare ad esistere e vivere là dove siamo cresciute, fatte donne, mamme, nonne e dove vogliamo continuare a veder crescere le future generazioni, nel luogo che amiamo. 
Basta con progetti che non sono pensati e realizzati per il benessere di noi cittadini. Basta con progetti che non uniscono, ma dividono, progetti che creano guerre tra poveri, progetti strumentali agli interessi di pochi, che non sono mai i più deboli, camuffati da progetti per il bene della collettività. Presto faranno un centro sportivo. Ben venga, ne abbiamo tanto bisogno, ma dentro quel progetto, è stato incluso una fumoso progetto di costruzione dell'argine a fiume. Ebbene quell’argine segnerà la fine dell’Idroscalo di Ostia. 
Noi non deleghiamo più, noi vogliamo essere parte attiva e decisionale delle scelte che riguardano questo quadrante di città. Noi non consentiremo a nessuno di decidere del nostro futuro, di quello dei nostri figli e dei nostri nipoti.

martedì 20 novembre 2012

Nessuna casa per le 35 famiglie sgomberate il 23 febbraio 2010

Non solo non esiste una lista per l’assegnazione di case popolari alle 35 famiglie dell’Idroscalo di Ostia, sgomberate il 23 febbraio 2010 con una ordinanza illegittima di protezione civile in assenza di pericolo di esondazione, operazione costata milioni di euro per le casse del Comune di Roma. Addirittura “l’Idroscalo di Ostia non è mai
menzionato in alcuna lista”.
La conferma ci è stata data ieri direttamente dal Dipartimento Politiche Abitative del Comune di Roma.
False dunque le dichiarazioni del Sindaco, Gianni Alemanno, che ha sempre parlato di una lista privilegiata per l’Idroscalo di Ostia. False le affermazione di Gianluca Viggiano, Responsablie III U.O. Ufficio Extradipartimentale Politiche Abitative, di assegnare case popolari a 35 famiglie dell'Idroscalo pronunciate il giorno dello sgombero.
Ci chiediamo a questo punto a cosa siano servite “le indagini fiscali e penali operate su tutte le famiglie dell'Idroscalo aventi come scopo l'individuazione delle 120 famiglie che rientrano nell'assegnazione delle case”, di cui ha parlato il Presidente del XIII Municipio, G. Vizzani, riportate a verbale durante la Commissione Patrimonio Casa e Scuola il 27 ottobre 2010.
Ricordiamo che ben 35 famiglie dell’Idroscalo di Ostia da 33 mesi alloggiano presso il residence "Borgo del Poggio" sull’Ardeatina. Questi cittadini godono dell'assistenza alloggiativa come previsto dalla delibera del Consiglio Comunale n.163/98 perché lo sgombero fu effettuato "per motivi di sicurezza". Non ci sono altri motivi. Finito l'evento calamitoso (che quel giorno non c'era) sarebbero dovute tornare alle loro abitazioni che invece sono state abbattute. Alla luce di quanto affermato dal Dipartimento le 35 famiglie, composte da neonati, bambini e anziani, sono destinate vita natural durante a rimbalzare da un residence ad un altro in quanto non inserite in alcuna graduatoria per l'assegnazione di case popolari che vedono liste di attesa di 14 anni.
A quasi 3 anni di distanza e nonostante lo scandalo rimbalzato sulle cronache dei quotidiani nazionali sui costi esorbitanti del residence queste 35 famiglie attendono una risposta.

Franca Vannini
Portavoce
Comunità Foce del Tevere

Comunicato Stampa - Idroscalo di Ostia, 20 novembre 2012

venerdì 16 novembre 2012

Piena del Tevere: cui prodest la falsa informazione. Dove sono i detriti alla foce?


La ripresa è stata effettuata alle 15.30 di oggi, 

16 novembre. 
Nonostante la piena del Tevere non ci sono i detriti alla foce di cui i giornali parlano nei loro articoli. Aggiungiamo anche le foto.
Saluti dalla Comunità. 

mercoledì 14 novembre 2012

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione? (parte II)


Sono le ore 12:00 del 14 Novembre,tutto
va bene all'Idroscalo di Ostia,
non c'e' protezione civile e non ci hanno
sfollati

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione?(parte VI)

Ore 18:30,del 14 Novembre
tutto va bene e non siamo stati sfollati

Telefonata alla Protezione Civile dell 17.30 - (Falsa informazione, cui prodest?)



Richiamo la Conti (http://www.facebook.com/notes/comunit%C3%A0-foce-tevere/telefonata-alla-protezione-civile-dell-1530-falsa-informazione-cui-prodest/439218756138907), come concordato, mi dice che il Tevere è sotto controllo, si è alzato il livello del fiume vicino al livello di guardia, ma non desta preoccupazione, perché scende lento, regolare e tranquillo. 
Il monitoraggio proseguirà fino a domani mattina. 
Mi fornisce addirittura il numero diretto di Mara Alessandroni, 
la quale ha mandato l' Associazione Nucleo Volontari della Protezione Civile 
(A.N.V.P.C.) di Tor Vajanica all'Idroscalo di Ostia. 
Ma non c'è il presidio del permanente del XIII Municipio? ;-)

Franca Vannini
Portavoce 

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione?(parte V)

Ore 17:00 del 14 Novembre,
tutto tranquillo all'Idroscalo di Ostia
e ancora non ci ha sfollato nessuno...

Telefonata alla Protezione Civile dell 15.30 - (Falsa informazione, cui prodest?)


 Abbiamo telefonato alla Protezione Civile di Roma al numero 800854854, 
il centralino, alle 15.38. Ha risposto un certo Antonio che non fornisce altro indicativo.
Chiediamo come va il monitoraggio alla foce del Tevere. 
Risponde testualmente che il Tevere "e' tranquillo e non c'e' pericolo, è STABILE
" e ci fornisce un altro numero, quello del "gabinetto" della Protezione Civile, 
insomma, i piani alti. 
Risponde la segreteria della Protezione Civile, una certa Conti che ci conferma, 
testualmente"che il fiume è stabile, è tranquillo e non c’è pericolo", 
ma è molto stupita che non ci sia nessuno della Protezione Civile.
 Insisto nel dirle che alle 18 è prevista la piena, ma lei mi dice che è tutto 
sotto controllo perché il fiume è tranquillo, d'altronde non ci sono precipitazioni.
Le rispondo: "Siccome confido in voi e non vedo le vostre autovetture da ieri sera, me lo confermi quindi 
che non dobbiamo preoccuparci?" Risposta "Assolutamente sì, solo che qualcuno avrebbe dovuto
 comunque essere lì a fare monitoraggio. 
Richiamami comunque fra due ore, per dirmi come va lì la situazione, intanto mando qualcuno".

Rendiamoci conto!

Franca Vannini
Portavoce
Comunità Foce del Tevere

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione? (parte IV)




Ore 15:30,situazione di assoluta tranquillità 
all'Idroscalo di Ostia,non si vede 
protezione civile e non ci hanno sfollato

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione? (parte II)


Sono le ore 12:00 del 14 Novembre,tutto
va bene all'Idroscalo di Ostia,
non c'e' protezione civile e non ci hanno
sfollati

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione? (parte III)


Ore 13:30,del 14 Novembre,tutto va bene all'Idroscalo di ostia,non si vede protezione civile e non ci hanno sfollato

Piena del Tevere, cui prodest la falsa informazione?




"Sono le ore 10.30 del 14 novembre. Siamo all'Idroscalo di Ostia. 
Come vedete non siamo stati sfollati, non c'è la protezione civile 
(come invece dichiarato dai giornali secondo i quali una delle 
18 postazione è all'Idroscalo di Ostia), perché evidentemente non c'è pericolo.
E allora perché fare allarmismo o dobbiamo davvero temere qualcosa? 
Deduciamo, visto che la Protezione Civile non c'è, che sono false 
le dichiarazioni della stampa perché la Protezione Civile non avrebbe 
mai lasciato la foce "scoperta" da un presidio se ci fosse pericolo 
di esondazione del Tevere, visto che qui vi abitano 500 famiglie.

lunedì 12 novembre 2012

La delibera della ratifica dell’accordo di programma
per il raddoppio del Porto di Roma a Ostia poteva
essere per l’Assessore Corsini una delle ultime occasioni
 per mostrarsi, in Aula Giulio Cesare, con qualcosa di concreto
appartenente al quel fantomatico progetto che va sotto il nome di ‘ water front’.
 Ed invece è riuscito a fare per ben tre volte la figura dell’impreparato:
invertendo il numero di posti auto con quelli dei posti barca,
dimenticando quale è l’investimento dell’opera, non rispondendo
alla domanda sull'incredibile ritardo accumulato dalla ratifica rispetto
all'approvazione della giunta regionale.
Per Corsini ci sono 650 posti barca contro i 611 effettivi.
Corsini deve telefonare davanti alla giornalista di Omni roma per farsi
dire quanti milioni di euro pioveranno con il raddoppio del porto.
Corsini non sa giustificare perché  dal 6 agosto 2012,
data in cui la giunta regionale ha approvato la proposta dell’accordo di programma,
siano passati 98 giorni contro i 30 previsti per legge (Art. 34, comma V, D.l.gs. n. 267/2000).
Non solo, ma si allontana dal suo posto, parlottando tra il pubblico
e non rispondendo a nessuna domanda rivoltagli dall'Assemblea Capitolina.
Uno spettacolo tra il grottesco e l’imbarazzante.
Poco prima di lui l’attore Sylvester Stallone era entrato in Campidoglio
per ricevere la Lupa Capitolina: lui, almeno, la parte, l’ha recitata bene.

Comunicato stampa creato da Labur Tredici

Ampliamento del Porto di Roma - OdG di Dario Rossin (La Destra)


Ratifica dell'accordo di programma per l'ampliamento del Porto di Roma ad Ostia 
Nell'approvazione da parte dell’assemblea capitolina dei lavori 
di ampliamento del Porto di Ostia, sulla cui delibera ci siamo astenuti, 
si registra il grande successo de La Destra che fa approvare diciannove 
ordini del giorno migliorativi del documento, a tutela 
del territorio e dei residenti del XIII Municipio.
In particolare grazie a questi odg, prima dell’esecuzione dei lavori 
si dovranno tenere accurate e approfondite indagini geognostiche 
della superficie sulla quale si dovrà operare; si dovrà 
intervenire sulla scogliera e sulla messa in sicurezza pedonale delle banchine, 
valutando prima di tutto l’impatto urbanistico degli interventi di ampliamento 
che dovranno comunque seguire e adeguarsi alle normative vigenti. 
Vi sarà un impegno nei riguardi dei cittadini dell’Idroscalo, 
per i quali dovrà essere valutato un progetto di delocalizzazione e soprattutto, 
la riqualificazione dell’area in seguito all'ampliamento del porto e, 
di conseguenza, i posti di lavoro ad essa collegati dovranno prevedere 
che siano privilegiati i residenti del XIII Municipio. 
Infine, a tutela della sicurezza del territorio, dovranno essere 
previsti postazioni delle forze dell’ordine. 
Interventi che consentiranno all'intera area interessata dai lavori 
di essere riqualificata in maniera determinante.

RADDOPPIO DEL PORTO DI ROMA – CORSINI DA I NUMERI (da www.labur.eu)

domenica 11 novembre 2012

PPP - 10 novembre 2012 - L'evento (Ostia, p.zza Anco Marzio)






Video, immagini e interventi del secondo appuntamento, tenutosi sabato 10 novembre 2012, alle ore 17, in p.zza
Anco Marzio ad Ostia, per commemorare il grande intellettuale Pier Paolo
Pasolini.

Lettura di un racconto inedito di R. Fraschetti, scritto appositamente per l’evento, sull’Idroscalo di Ostia

“Perché il Processo", Corriere della Sera, 28 settembre 1975

Riccardo Corbucci (PD), Vice Presidente del Consiglio del IV Municipio

Stefano Salvemme (PDL), Vice Presidente del Consiglio del
XIII Municipio

Stralcio del documentario “Sabaudia e la civiltà dei consumi”

Leonardo Ragozzino, Responsabile Cultura SEL Roma Area
Metropolitana

Paolo Surini, Esecutivo Regionale IDV Lazio e portavoce IDV
XIII Municipio, purtroppo ha dovuto abbandonarci per gravi motivi familiari.

Lettura dell'estratto del capitolo del libro "Vite periferiche di Enzo Scandurra (Ed. Ediesse, 2012), storie di solitudine e marginalità in dieci quartieri di Roma. Qui sotto il testo integrale.


"All’Idroscalo ci si arrivava percorrendo il lungomare a Ponente. Giri a
destra alla fine della Via del Mare e prosegui fino in fondo. E così ora le
tombe sono due. Quella di Pier Paolo a poche centinaia di metri e questa dell'Idroscalo.
Che sia un tomba lo testimonia un cancello e un perimetro di blocchi di cemento, quelli che in
genere si pongono a cavallo delle due corsie delle autostrade.
Sul cancello la scritta: «Cancello della vergogna, da qui non passerà più
nessuno». Su quel cancello sono appese delle vecchie scarpe. La scritta
continua così: «Queste le scarpe di coloro che questo territorio lo hanno
attraversato per tanto tempo». Ma ormai è passato un anno da quel giorno, il
cancello si è riempito di scarpe, i lavori per la riqualificazione dell’area,
promessi dal sindaco di Roma, non sono mai iniziati. Torno indietro verso
quello che una volta era un piazzale rotondo sterrato e che ora in parte ancora
lo è ma con mezza circonferenza senza più confine. Il semicerchio ora si apre
direttamente sul mare. La piazza, quello che di essa resta, è anche il capolinea
di due autobus: 014 e 015, vanno a Roma. Guardo per vedere se c’è un bar; c’è
una casetta rosa con sopra la scritta: «sede del comitato» e un numero di
cellulare a seguire. «Me lo farebbe un caffè?», chiedo all’unica persona dentro
il locale. «Ci provo» mi risponde quello poco convinto e azionando la macchina.
Dopo di me entra un’altra persona: «Se ci riesci, fammelo pure a me». Mi metto
sull’uscio del locale come a far capire al signore della macchina che non me ne
sono andato, che aspetto fiducioso. Sulla piazza solo poche persone e i soliti
cani. Questi cani dell’Idroscalo sono un po’ particolari. In genere sono brutti
e spellati, ma di loro colpisce la pigrizia. Sì, dico pigrizia perché stanno
fermi seduti in terra o si muovono lentamente, come gli abitanti, quasi
indecisi su dove andare. Girano e rigirano, ma poi ritornano dove erano.
Incuriosirebbero perfino Charles Darwin questi cani, tante sono le varietà che
appaiono e scompaiono dai vicoli. Piccoli, grandi, con pelo e senza, di tanti
colori, ma in genere colpisce la loro «tristezza», del tutto compatibile con
quella di questi luoghi. Il signore del caffè bofonchia. L’altro cliente che
era insieme a me se ne è andato. Dico, come a farmi perdonare di una richiesta inopportuna:
«Se non ci riesce fa niente». Lui nemmeno risponde, vedo che ogni tanto riempie
la tazzina del caffè per poi versarne il contenuto nel lavandino. Mi ricordo
che i «primi» caffè vanno buttati perché non sono buoni. Ma non sembra questo
il motivo dell’insuccesso. Torno ai miei pensieri, all’Idroscalo. Mi dicono che
i 153 abitanti sono stati trasferiti alla Madonna del Divino Amore, altri ad
Acilia. Non vedranno più il mare né sentiranno il suo rumore di notte. Vorrei
sapere se anche le case rimaste, più lontane dal mare di quelle abbattute,
saranno prima o poi demolite. In assenza di interlocutori, lo chiedo all’uomo
della macchina del caffè che non risponde nemmeno questa volta, interamente
assorto nel tentativo di far funzionare l’aggeggio. Continuo a girare per la
piazza; al caffè ci ho rinunciato ma non so come dirlo al gestore del presunto
bar. Ci pensa lui, esce dal locale e lo sento dire che la macchina del caffè
non va in pressione, chiede aiuto all’altro con cui sta conversando al
telefono. Ora posso
andarmene, risalgo sulla mia auto, faccio un mezzo giro della piazza e riprendo
via dell’Idroscalo. Alla mia destra c’è ormai il muro del Nuovo Porto di Roma dal
quale sporgono centinaia di alberi di navi. Quando il muro si interrompe so che
il piccolo monumento funebre dedicato a Pier Paolo è vicino. Non c’è
parcheggio, il cancello è chiuso e sopra c’è la scritta: «giardino letterario».
Per visitarlo devi rivolgerti alla Lipu. Il giardino, visto da fuori, è una
sorta di piccola oasi nel bailamme del paesaggio. Il monumento si scorge bene:
una colonna greca monca a simboleggiare la vita spezzata di Pier Paolo; intorno
due colombe spiegano le ali in segno di libertà sovrastate da una luna piena,
il simbolo della poesia. Ricordo quando quell’uomo, a me sconosciuto, girava
nel mio
quartiere al Prenestino sempre circondato da persone. Sapevamo che era
«qualcuno», ma chi? Si diceva «è un frocio!», faceva l’attore, il regista,
insomma era nel cinema. Allora girava Accattone e molte delle persone del film
le aveva reclutate sul posto. Qualche volta – avevo 14 anni – lo sentii parlare.
Pensai che non era dei «nostri», parlava una lingua colta, senza accenti, si
muoveva quasi
scattando, sembrava possedere una grande energia e forza fisica. Tanti anni
dopo – era il Sessantotto – lo sentii di nuovo parlare in un’assemblea pubblica
a Villa Borghese. Eravamo diffidenti ma affascinati dalla sua prosa diretta,
decisa, rabbiosa. Mi volgo all’indietro, a sinistra, dalla parte opposta al
mare, scorgo il Maschio commissionato a Michelangelo dai papi Pio IV e
Pio V. È la torre di San Michele voluta da questi papi per garantire la
sicurezza della navigazione. Un tempo i papi possedevano un’intera flotta di
navi e un arsenale dove venivano fabbricate che, ancora oggi, quasi intatto,
sta accanto a Porta Portese. Poco più avanti, sulla destra, c’è l’ingresso al
Nuovo Porto. Ci entro perché cerco un bar: chiedere al gestore del caffè
dell’Idroscalo se c’era un bagno, non me la sono sentita. Qui sicuramente un
bagno per fare pipì lo trovo.






venerdì 2 novembre 2012

PPP: inaugurazione del monumento a Pasolini all'Idroscalo di Ostia


“C'è il morto. La faccia affondata nella melma. Senza camicia, il cadavere indossa una maglietta sporca di sangue. Segnata dal passaggio di pneumatici. Un massacro”. Quando il commissario Marieni lo gira, mormora “Pasolini”. Così la cronaca del 2 novembre 1975 di Lucia Visca, giornalista di Paese Sera, e così la Comunità della Foce del Tevere vuole ricordare un poeta, il poeta, Pier Paolo Pasolini.
“Abbiamo costruito un crocifisso con le scarpe che avevamo messo sul cancello della vergogna a ricordo di chi calpestava quei luoghi prima del 23 febbraio 2010” – dichiara Franca Vannini, portavoce della Comunità – perché Pasolini era uno spirito autenticamente religioso, seppur non confessionale e dichiaratamente ateo, e ha combattuto tutta la vita contro la dissacrazione del mondo e per superare i limiti tra sé e gli ‘altri’, in particolare i più umili”. “La croce verrà adagiata per terra accanto a dei pneumatici e vicino al campo da calcio amatoriale, per ricordare in modo autentico quella orribile notte all’Idroscalo di Ostia.” – prosegue Vannini – “Amava questo lembo di terra, dove ha trovato anche la morte, e in questa terra la nostra gente lo vuole ricordare, anche quella che ora non può più calpestarla, come lui”.