lunedì 25 maggio 2015

DON FRANCO DE DONNO RISPONDE A FEDERICA ANGELI:DON FRANCO DE DONNO RISPONDE A FEDERICA ANGELI

“ BASTA CONSIDERARE I POVERI COME DELINQUENTI. 
LE CARCERI SONO PIENE di POVERI “ CRISTI “ e VUOTE di RICCHI CORROTTI “
L’IDROSCALO non è soltanto “ baracche in cemento grezzo, mattoni scomposti tenuti insieme da calce grigia. Strade sterrate e inagibili … “ , ma è anche un tessuto di relazioni umane solidali formato da una ‘comunità’ di PERSONE! Nel momento in cui si decide di parlare o scrivere su argomenti nei quali sono coinvolte delle persone, i dettami di una semplice ‘etica naturale’ suggeriscono innanzitutto rispetto per le stesse persone. Il modo di ragionare dei cosiddetti ‘benpensanti’ che si fanno paladini di una legalità ‘giuridica’, ma non ‘sociale’ conduce a equiparare il degrado ambientale e urbanistico con il degrado delle persone, che loro malgrado e con notevole sofferenza sopportano in tali ambienti e situazioni.
L’assenza e la sordità di chi da tanti anni avrebbe dovuto essere presente – gli organi amministrativi e di governo a tutti i livelli – aggrava sempre di più la situazione già assai compromessa con pericolo di diventare ‘senza controllo’. Allora l’unico modo di far sentire una presenza dopo tanto colpevole ritardo – rincorrendo la solita politica delle ‘emergenze’ - sembra essere unicamente quello di una invadente e oggi assai frequente presenza delle Forze dell’Ordine, quasi a garantire una ‘sicurezza’ che non è contrastata dai cittadini dell’Idroscalo, ma ancora una volta dalla mancanza di dialogo costruttivo da parte delle Istituzioni per un progetto globale e duraturo per il futuro. Distinguere poi la realtà del Porto Turistico di Ostia considerandolo come modello di città che purtroppo viene deturpato dalla realtà dell’Idroscalo che lo fiancheggia, vuol dire considerare da una parte i ‘buoni’ e dall’altra i ‘cattivi’ soltanto seguendo criteri di pura apparenza.
Di fronte a situazioni causate da evidenti ‘ingiustizie sociali’ riguardo alle primarie necessità dell’uomo per avere un ‘rifugio’ o per utilizzare un bene universale, quale l’acqua - sia l’uno che l’altra necessari per sopravvivere - in nome di una legalità giuridica si abbattono i ‘rifugi’ e si stacca ‘l’acqua’.
Nel mio recente viaggio in MALAWI con 20 giovani di ‘Ostia per l’Africa’, ci siamo trovati di fronte a situazioni di estrema povertà, ma nessuno di noi si è permesso di ‘giudicare’ le persone che abitavano in capanne fatte di mattoni di fango e di tetti di paglia! Abbiamo invece considerato il fatto che anche queste situazioni ‘africane’ sono frutto di governi corrotti e di multinazionali occidentali parassite delle ricchezze di questi territori senza per nulla considerare le persone che vi abitano.
Invece di continuare a denunciare e perseguitare i poveri che si trovano – loro malgrado – in queste situazioni di degrado, perché non si denuncia o autodenuncia chi non propone ‘alternative’ valide per un futuro migliore nel rispetto della dignità di ogni persona?
Basta con le decisioni improvvise e senza appello sulla testa dei poveri! La Caritas di Ostia, che rappresento e le realtà associative di volontariato laico e cattolico, che affianco ormai da tanti anni sul Territorio lidense, vorrebbero collaborare, con un dialogo costruttivo, per combattere la illegalità dilagante e libera della malavita organizzata, essa certamente non povera!

Roma lido, 24.05.2015
d. Franco DE DONNO, responsabile Caritas di OSTIA

LETTERA APERTA A MAURO BALINI, PATRON DEL PORTO DI OSTIA

In questi giorni i Carabinieri stanno procedendo con ACEA LUCE a controlli casa per casa dei contatori e al distacco degli stessi nei casi di irregolarità. 
Premesso: 
- che queste operazioni avvengono su richiesta dei Carabinieri (e dunque dell’Amministrazione), 

che entrano nelle case senza esibire un mandato (la cui copia dovrebbe per altro essere lasciata all'interessato) violando il domicilio, alla faccia della legalità tanto sbandierata;
 - che queste operazioni riguardano la sfera della “legalità ‘giuridica’, ma non ‘sociale’”, 
come ha scritto Don Franco De Donno, responsabile Caritas;

- che da anni stiamo chiedendo di riqualificare l’area attraverso un progetto ‘alto’ 

che renda orgogliosi non solo noi, ma Roma;

- che le famiglie toccate da queste operazioni sono le più indigenti e che siamo preoccupati per loro 

perché di certo non possono vivere anziani, bambini e persone disabili in una casa senza luce;

- che questo modo di procedere violento, in assenza di dialogo, di prospettive e di soluzioni, 

è quanto di più lontano dallo spirito della Comunità, ma assomiglia ad un assedio di tipo medioevale;

- che domani, martedì 26 maggio, ci sarà un incontro in Municipio tra ACEA Acqua (e forse anche Luce) 

e gli amministratori, riunione dalla quale siamo ancora una volta esclusi;

Le chiediamo se è vero quello che si dice in giro e cioè che queste operazioni 

stiano avvenendo per portare a termine l'illegittima operazione di protezione civile 
voluta da Alemanno il 23 febbraio 2010 favorendo così l’ampliamento del Porto di Roma e l’obiettivo politico/amministrativo di sostituire l’attuale proprietà del Porto con una nuova, estranea al nostro territorio.

Cordialmente

Franca Vannini
Portavoce

domenica 24 maggio 2015

Ringraziamo per l'attenzione ossessiva (pagata dal PD, al governo di questa città e a cui abbiamo portato i voti) che ci riserva un quotidiano. La pubblicità aiuta la nostra causa, portando l'Idroscalo all'attenzione che merita. Invitiamo però (inutilmente quando ci sono di mezzo interessi) a non scrivere sempre delle bufale, come il fatto che la chiesa dell'Idroscalo sia abusiva o che l'ammontare del nostro debito con l'ACEA sia di 71mila euro o che Pasolini sia stato "trucidato" all'Idroscalo o incongruenze di varia natura o attacchi beceri a Don Franco De Donno che è parroco di Santa Monica e non dell'Idroscalo. Il numero di sciocchezze scritte supera la fantasia di una mente malata. Di "squallido" ci sono solo le bugie. Invitiamo chiunque faccia INFORMAZIONE (e non gossip) o che voglia conoscere realmente l'Idroscalo a venire sul posto, qui da noi .... senza pistola.