venerdì 25 marzo 2016

Festa nel Parco di Piazza Gasparri "Ostia si ribella", del 25 marzo 2016

Questo il nostro intervento all' evento:Ostia si ribella


Sono Franca Vannini, portavoce della Comunità Foce del Tevere. Faccio mie le parole di qualche giorno fa scritte da un intellettuale del nostro Municipio che Nuova Ostia e l’Idroscalo li amano, Giorgio Jorio, cittadino “onorario” di questo lembo della Capitale. Ricordava come questa parte della città era definita da Pasolini la periferia della periferie, una definizione attuale anche oggi. Ci associamo alle sue parole perché non possiamo che dare un giudizio severamente critico sulle gravi responsabilità politiche del centro sinistra per lo stato di abbandono, di degrado etico e sociale e di desertificazione culturale in cui versa Nuova Ostia e l’Idroscalo. Responsabilità che iniziano dalla seconda metà degli anni ‘80 dopo la morte di Petroselli. Da quegli anni infatti Nuova Ostia e ancora di più l’Idroscalo sono stati progressivamente dimenticati sino alla completa “rimozione” dalla mappa degli interventi politici di risanamento delle periferie. Ma negli ultimi anni s’è fatto anche di peggio ad opera del PD e dagli alleati di SEL. Non solo lo stato di abbandono è da criticare aspramente ma anche le poche azioni “politiche” che hanno messo in atto. Da condannare è l’appoggio politico dato a un gruppo di operatori socio culturali che hanno messo fine al progetto Pasoliniano di Affabulazione trasformando un BENE COMUNE in un luogo del privato sociale dove affluiscono spesso per via diretta e senza bando finanziamenti pubblici, anche se il luogo è non più un presidio come era ma un luogo occupato abusivamente per gli interessi di un piccolo gruppo di operatori che fruiscono anche delle utenze (luce, acqua e gas) a carico della comunità e chiedono una quota esosa per l’AFFITTO(!) degli spazi agli artisti e ai cittadini che ne chiedono l’uso. E ancora più intollerabili sono quelle azioni fatte ultimamente in nome di una proclamata “legalità” contro lo Skate e la Femus portata avanti in modo indiscriminato, ma purtroppo mirato, che hanno colpito due dei più vitali luoghi di incontro di cultura e socialità della “nostra” zona diseredata procedendo in uno sgombero forzoso anziché trovare una soluzione ai problemi di abusivismo. Il centro di Piazza Agrippa si trova nelle stesse condizioni di occupazione abusiva della FEMUS, per non parlare dello SKATE park (che era una eccellenza europea per il quale si poteva e doveva trovare un luogo alternativo prima di fare lo sgombero che lo ha fatto diventare una discarica. Decine anzi centinaia di bambini, di giovanissimi e di cittadini sono stati privati dall’oggi al domani di un luogo che con lo sport, la danza, la musica il canto e la palestra crescevano in civiltà lontani dalle strade e dalla loro nociva influenza. Evidentemente esistono degli abusi di serie A e di serie B, esiste cioè una legalità a corrente alternata, figli e figliastri. L’Idroscalo è sempre stato considerato meno di un figliastro. Da anni chiediamo di poter portare avanti un progetto di riqualificazione dell’area dentro un processo di legalità, nel rispetto delle norme e dei regolamenti, che non ci viene concesso nonostante gli enti tecnici abbiano dato parere positivo. Quindi il problema è la non volontà politica, che vuole governare solo attraverso lo strumento dello sgombero di un’intera comunità, cancellando così la vergogna di una politica colpevolmente assente da 60 anni in quell’area. Come diceva Marx la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. La tragedia è stata l’abusivismo di necessità degli anni ’50 e ‘60, la farsa è quella di negare la precisa volontà del potere di operare una disgregazione sociale in nome della legalità. Le parole non fanno figli e in questo caso sono espressione della loro falsa coscienza. Per questo ogni giorno continueremo la nostra lotta e saremo il loro contrappeso con iniziative dal basso, per rivendicare i nostri diritti e soprattutto per ricordargli che i doveri sono i nostri, i loro, di tutti. La legalità non è a senso unico.

1 commento:

  1. Ostia

    Dolce promessa
    non mantenuta.
    Riposi
    fra le braccia del mare
    mentre a gran voce
    il ricatto del fato
    reclama i tuoi seni.
    Nuda
    come preghiera
    recitata in segreto
    da mani senza onore.
    Dipinto di resina
    e orchidee,
    sabbia
    e frumento,
    severe Torri
    a guardia
    di un tesoro
    sepolto dall'infamia.
    S'erge la Rocca sul grano
    vanto di secoli
    che danzano su rovine pazienti.
    Dolce menzogna
    sulle tue labbra
    mi perdo
    quando al tramonto
    attracca la sera
    e una carezza di pace
    torna a salvarmi.

    Valeria

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