Lo avevano annunciato due giorni fa: “Il Commissariamento ha cause e autori che hanno nomi e cognomi” e per questa ragione sono partiti dal capannone del Giornale di Ostia (di via della Carlinga all’Idroscalo, spacciato da quotidiano La Repubblica come incendio del teatro Fara Nume di Nuova Ostia che dista oltre 2 km) dove erano custoditi gli archivi di 20 anni di pubblicazioni del giornale e che sarebbe dovuto diventare un luogo di socialità e cultura per gli abitanti tutti dell’Idroscalo, grandi e piccini). Hanno deposto un cartello con la seguente scritta “Grazie per gli altri 6 mesi di commissariamento – Delibera N°3 del 18/12/2015”. Hanno poi proseguito alla volta del Porto di Ostia e all’entrata hanno lasciato un altro cartello con la scritta: “Porto di Ostia in amministrazione controllata. Grazie per lo sgombero del 23/02/2010. Aspettiamo il rispetto dell’accordo di programma – Delibera N°3 del 18/12/2015”. Poi hanno raggiunto l’edicola della dirigente del PD, Sabrina Giacobbi, dove hanno lasciato un ulteriore cartello: “Grazie per i 18 mesi di Commissariamento. Paga l’OSP non con i nostri soldi - Delibera N°3 del 18/12/2015”. Quindi hanno proseguito sul Lungomare Paolo Toscanelli e si sono fermati davanti all’entrata del ex locale “Quore Matto” e lasciato l’ennesimo cartello “Ex Quore Matto. Giovanni Zannola (PD), grazie per i 18 mesi di Commissariamento per mafia - Delibera N°3 del 18/12/2015”. Infine hanno raggiunto il corteo al palazzo del Governatorato in Piazza della Stazione Vecchia, dove hanno lasciato l’ultimo cartello: “Municipio X Commissariato. Grazie di tutto ma anche basta- I Cittadini dell’Idroscalo e del Municipio X non sono né mafiosi né una mucca da mungere. Al Voto!”.
“Siamo stanchi. Stanchi delle bugie di Stato – affermano i bambini della Comunità Foce del Tevere- Stanchi di finti incendi spacciati per atti di intimidazione mafiosa. Stanchi di promesse, di essere usati all’occorrenza per raccattare voti in campagna elettorale, di strumentalizzazioni, di essere stigmatizzati ed insultati alla bisogna. Stanchi di non avere servizi, di non avere le possibilità che ogni Paese civile dovrebbe offrire ai propri Cittadini, a partire dai bambini che dovrebbero rappresentarne il futuro. Stanchi di essere censiti, un giorno sì e l’altro pure, nemmeno fossimo una specie animale in estinzione. Stanchi di adulti che non hanno il coraggio delle proprie azioni e che hanno infangato il territorio di Ostia per salvare le proprie sorti o quelle dei loro partiti. Stanchi di uomini dello Stato che la prima cosa che hanno fatto, appena giunti ad Ostia, nonostante non conoscessero minimamente il Municipio X, è stata quella di produrre una delibera CONTRO l’Idroscalo (Delibera N°3 del 18/12/2015), cercando di annientare anni di lotta della Comunità Foce del Tevere. La Legge e chi la rappresenta, non esistono per difendere i forti (loro si sono sempre difesi da soli), bensì i più deboli, i vecchi, i bambini. Lo Stato siamo noi e non abbiamo paura di scrivere nomi e cognomi di chi ha lucrato, per ragioni vergognose, su tutti i Cittadini perbene del Municipio X, privandoli del più importante spazio di democrazia, il voto, così come ogni giorno privano i bambini dell’Idroscalo di Ostia di scegliere liberamente e consapevolmente il loro futuro, quello di Cittadini fragili che non solo hanno doveri, ma anche diritti. La nostra dignità sociale è pari a quella di ogni altro Cittadino ed era dovere degli ‘uomini dello Stato’ di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana. A loro spettava il compito dell’educazione alla vulnerabilità, obiettivo fallito. Vogliamo loro ricordare che come diceva Don Milani, «La Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano di fatto l’eguaglianza di tutti i cittadini … E ottiene che venga costruita una passerella sul ruscello»”
Comunicato Stampa
I bambini del TG di Radio Idrosqalo
Comunità Foce del Tevere